LA STORIA
La cappella fu legata fin dalla nascita alla tenuta di Scafurno, un podere di proprietà della Mensa arcivescovile di Pisa, gestito mediante contratti agrari da varie famiglie nel corso dei secoli.
La famiglia Ottonelli, sub-livellaria dal 1725, fece costruire la cappella dedicata a S. Antonio da Padova, descritta per la prima volta nel verbale della Visita Pastorale effettuata dall’arcivescovo Francesco Guidi.
Alla famiglia Ottonelli successe nel 1771 la facoltosa famiglia dei mercanti Calamai che, proprietari fino al 1821, apportarono grandi trasformazioni a tutta la tenuta e ricostruirono la cappella, come si legge ancora oggi nella lapide marmorea sopra il portone di ingresso.
Per un breve periodo la proprietà appartenne al conte Giraud che la vendette nel 1824 al più blasonato principe polacco Poniatowski.
Alla metà del 1800 la tenuta fu acquistata dalla famiglia Maurogordato, di origine greca, che si adoperò molto in ampliamenti e ristrutturazioni; pur essendo di culto greco-ortodosso permisero che l’attività religiosa continuasse a svolgersi nella cappella di loro proprietà.
Nel dopoguerra gli eredi Maurogordato vendettero la villa, gli annessi ed il parco al Consorzio provinciale antitubercolare di Livorno che voleva realizzare a Monterotondo un polo ospedaliero; il progetto non partì per la presenza di numerose famiglie di sfollati.
Nel 1976 la Provincia di Livorno acquistò la tenuta, ad esclusione della cappella, con l’idea di creare qui il Museo provinciale di storia naturale. Nonostante i nobili scopi e gli interessanti progetti, completamente disattesi nei fatti, per la ex-Villa Maurogordato iniziò il periodo dell’abbandono, dell’incuria e del degrado; solo la cappella, esclusa dalla vendita, ha potuto essere frequentata dagli abitanti di Monterotondo fino al 1973, prima come parrocchia succursale di Montenero e in seguito di Collinaia; quando nel 1974 venne aperta al culto la nuova chiesa di Nostra Signora di Lourdes anche la cappella di Scafurno, persa la sua funzione, cominciò a essere oggetto di atti vandalici.
Nel 2000 l’edificio, messo all’asta dall’USL di Livorno, venne acquistato dall’architetto Cavallini che ne curò il restauro.
La famiglia Ottonelli, sub-livellaria dal 1725, fece costruire la cappella dedicata a S. Antonio da Padova, descritta per la prima volta nel verbale della Visita Pastorale effettuata dall’arcivescovo Francesco Guidi.
Alla famiglia Ottonelli successe nel 1771 la facoltosa famiglia dei mercanti Calamai che, proprietari fino al 1821, apportarono grandi trasformazioni a tutta la tenuta e ricostruirono la cappella, come si legge ancora oggi nella lapide marmorea sopra il portone di ingresso.
Per un breve periodo la proprietà appartenne al conte Giraud che la vendette nel 1824 al più blasonato principe polacco Poniatowski.
Alla metà del 1800 la tenuta fu acquistata dalla famiglia Maurogordato, di origine greca, che si adoperò molto in ampliamenti e ristrutturazioni; pur essendo di culto greco-ortodosso permisero che l’attività religiosa continuasse a svolgersi nella cappella di loro proprietà.
Nel dopoguerra gli eredi Maurogordato vendettero la villa, gli annessi ed il parco al Consorzio provinciale antitubercolare di Livorno che voleva realizzare a Monterotondo un polo ospedaliero; il progetto non partì per la presenza di numerose famiglie di sfollati.
Nel 1976 la Provincia di Livorno acquistò la tenuta, ad esclusione della cappella, con l’idea di creare qui il Museo provinciale di storia naturale. Nonostante i nobili scopi e gli interessanti progetti, completamente disattesi nei fatti, per la ex-Villa Maurogordato iniziò il periodo dell’abbandono, dell’incuria e del degrado; solo la cappella, esclusa dalla vendita, ha potuto essere frequentata dagli abitanti di Monterotondo fino al 1973, prima come parrocchia succursale di Montenero e in seguito di Collinaia; quando nel 1974 venne aperta al culto la nuova chiesa di Nostra Signora di Lourdes anche la cappella di Scafurno, persa la sua funzione, cominciò a essere oggetto di atti vandalici.
Nel 2000 l’edificio, messo all’asta dall’USL di Livorno, venne acquistato dall’architetto Cavallini che ne curò il restauro.
Cappella di Scafurno, lapide marmorea.
Foto di Aurelio Benocci.
"A Dio onnipotente
in onore di S.Antonio da Padova
il cav. Giovanni per sua maestà l'imperatore delle Russie
console generale in Toscana
e Pietro e Gaetano del fu console generale
Giuseppe Calamai di Livorno
in questa tenuta di Scafurno
che da sassosa e sterile
ridussero fertile ed ubertosa
questa cappella a publico comodo
sulle rovine dell'antica
eressero e dedicarono
l'anno N.S.G.C. MDCCCVII"
Foto di Aurelio Benocci.
"A Dio onnipotente
in onore di S.Antonio da Padova
il cav. Giovanni per sua maestà l'imperatore delle Russie
console generale in Toscana
e Pietro e Gaetano del fu console generale
Giuseppe Calamai di Livorno
in questa tenuta di Scafurno
che da sassosa e sterile
ridussero fertile ed ubertosa
questa cappella a publico comodo
sulle rovine dell'antica
eressero e dedicarono
l'anno N.S.G.C. MDCCCVII"